Sono trascorsi ben quaranta anni dal giorno in cui don Enzo arrivò come vice parroco a San Michele , la Parrocchia che frequentavo. Portava con sè l'entusiasmo, la voglia di fare e di cambiare, la capacità di essere uno tra noi con la freschezza e l'autorevolezza della sua vocazione.
Fu quasi naturale, per gli adolescenti come me, liceali perennemente in conflitto con gli altri e con se stessi, trovare in lui un punto di riferimento nuovo.
Furono tempi pieni di novità umane e spirituali, che lasciarono un segno incisivo nel nostro modo di sentire e di essere.
Non a caso vivevamo un tempo fatto di lotte, furori, amori, ideali che ci opponevano alla tradizione e all'autorità. La proposta che don Enzo portò avanti,anche con qualche diffidenza da parte di alcuni, era semplice e insieme difficile: una fede da vivere, non da conservare gelosamente come consolidata tradizione.
Questa è solo la preistoria della Parrocchia di S.Caterina. La vera storia cominciò quando l'antica chiesa di S.Caterina, frequentata poco e prevalentemente da anziani, e il Sagrini, con la disponibilità a livello di locali, divennero il centro della nuova coinvolgente esperienza pastorale.
Un lungo cammino, in cui, parallelamente all'ampliarsi deli spazi, della popolazione e delle attività del quartiere, si è sviluppata la comunità cristiana, guidata da un pastore attivo (spesso fin troppo) e pronto a recepire tempi e modi nuovi nella fede.
Oggi quella comunità "familiare" è veramente grande.
La mia storia personale è stata arricchita dai doni che questa Parrocchia e l'AC riservano a tutti, piccoli e grandi: l'accoglienza disinteressata, lo spirito di gruppo, la disponibilità al confronto,la testimonianza autentica della fede.
In tutto ciò riconosco l'azione dello Spirito, che ispirò allora una scelta feconda per la Chiesa locale e oggi illumina i passi e le scelte di chi guida la comunità.